Perequazione pensioni e legge Renzi
Il Decreto Legge n. 65/2015 (c.d. “Decreto Renzi”), convertito dalla Legge 17/07/2015 n. 109, che ha sostanzialmente disatteso l’intervenuta abrogazione dell’art. 24, comma 25, del D.L. 06/12/2011 n. 201, convertito nella Legge 22/12/2011 n. 214 (c.d. “Legge Fornero“), intervenuta a mezzo della Sentenza della Corte Costituzionale n. 70 del 30/04/2015, ha sollevato proteste da parte dei pensionati, dei sindacati e delle opposizioni, perché riconosce soltanto una parte della perequazione delle pensioni, con quote che variano a seconda degli anni e questo per evitare che la rivalutazione automatica abbia un impatto troppo negativo sui conti pubblici.
La nuova legge sulle pensioni prevede un rimborso, «una tantum», che varia a seconda dell’importo lordo secondo il seguente schema: per il 2012 e 2013 i pensionati percepiranno un reintegro del 100% per tutti i trattamenti di importo complessivo fino a tre volte il minimo, percentuale che scende al 40% per gli assegni superiori a 3 volte il minimo e fino a 4 volte, al 20% per quelli tra 4 e 5 volte il minimo, per poi toccare quota 10% per quelli tra 5 e 6 volte il minimo. Per il 2014 e il 2015, invece, la rivalutazione sarà riconosciuta a partire dalle pensioni superiori a 3 volte il minimo e fino a 6 volte e sarà pari al 20% della percentuale assegnata per ogni fascia di reddito per gli anni 2012-2013. Chi invece percepisce «oltre 3.200 euro lordi mensili non riceverà alcunché».
Questo significa che le decisioni del Governo sui rimborsi per le pensioni superiori a tre volte il minimo, la cui indicizzazione era stata bloccata dal Salva Italia della riforma Fornero, «non rispondono a nessuna delle indicazioni contenute nella sentenza della Consulta», tant’è che i pensionati si sono mobilitati con delle “class action” al fine di vedere riconosciuto il proprio diritto all’integrale perequazione del trattamento pensionistico.
Ebbene, nell’ottica di questa generale mobilitazione che vede tutti i pensionati sul piede di guerra, anche quelli che hanno visto riconosciuto solo parzialmente il proprio diritto alla perequazione (con assegni superiori a tre volte il minimo), ingenera molti dubbi in merito alla legittimità costituzionale del “Decreto Renzi”, con il quale il Governo, asserendo di voler adempiere alla pronuncia della Consulta, ha, invero, da un lato reiterato la stessa Legge Fornero e dall’altro ha solo parzialmente adempiuto al Giudicato Costituzionale, riconoscendo agli aventi diritto una perequazione in misura percentuale (e non integrale), definita “simpatico bonus” dal Premier Renzi.
Pertanto, con il presente memo, si sollecita ogni pensionato interessato affinché venga riconosciuto il proprio diritto all’integrale perequazione ovvero a tutti quelli esclusi dalla nuova legge, a rivolgersi agli uffici dello Studio DG Consulting, sito in Roma, Piazza Pietro Merolli n. 2, per un stabilire con l’Avv.to Massimo Rosati le modalità operative ed i costi di gestione della pratica per ottenere l‘integrale applicazione della Sentenza della Consulta.